Album 2012: Tra le uscite più interessanti della stagione estiva che va mestamente chiudendosi vanno citati innanzitutto i Friends, band di stanza a Williamsburg (Brooklyn), ossia il regno dell’hipsterismo per antonomasia, che con il loro Manifest! ci regalano una versione 2.0 dei Blondie (ma non solo). Abile nel recuperare certe sonorità tipicamente 80s, la band guidata dall’interessante front-woman Samantha Urbani rielabora con gusto trame note ai più; ma un singolo come I’m his girl rimane notevole riempipista e non solo a New York City.

Dallo stesso sottobosco underground fanno poi gradito ritorno gli Animal Collective che, a tre anni di distanza dall’acclamato Merriweather Post Pavilion, riaggiornano la propria proposta musicale con Centipede Hz (copertina invero brutta assai). Meno elettronica e meno estasi mentale per un lavoro decisamente più fisico benché dalle molteplici direzioni. Sperimentale e allo stesso tempo rivolto ad un pubblico più ampio, miscela di folk, tribalismi e tutto quanto può finire sotto la dicitura di freak, il disco è ideale compagno di viaggio per un giro del mondo sotto effetto di allucinogeni.

Interessante pure la proposta degli Alt-j con il loro primo album An Awesome Wave. Il gruppo, dal nome decisamente indie-nerd, mastica linguaggi sonori diversi tra loro, passando dal soul/hip-hop (a parere di chi scrive vengono in mente i bristoliani Malakai) a composizioni più folk-oriented che non dispiacerebbero ai Fleet Foxes. Il tutto secondo un’estetica che deve molto a quanto fatto dai Radiohead negli anni Zero.

Più canonica forse – ma non per questo meno solida – la proposta dei Crocodiles, la band di San Diego col santino di Jesus & Mary Chain sul comodino. Evitato il passo falso che al terzo disco rischiava di incombere, Endless Flowers si dipana in un noise-pop decisamente solare, meno cupo che in passato. D’altra parte siamo pur sempre in California.

In tema “nostalgia canaglia” segnaliamo Nocturne, il lavoro di Wild Nothing che porta avanti il discorso interrotto nel 2010 con l’ottimo Gemini, sempre in territorio dream-pop. Altra ruota dei ricordi dei bei tempi che furono (per chi allora era ignaro infante) è Confess di Twin Shadow che rispolvera tanto Prince quanto il Bowie dei primi Ottanta. Insomma un salto indietro alla MTV degli esordi, ai primi computer dell’arrembante Apple di Steve Jobs e alla febbre da Wall Street, incarnata da Micheal Douglas/Gordon Gekko. Questo il bizzarro video di Five Second, primo singolo tratto dall’album.

A proposito del connubio tra cinema e musica, non si può non parlare dei Chromatics, la cui fama è legata principalmente alla presenza nella colonna sonora del magnifico Drive di Refn. Kill for love ne rappresenta un possibile sequel sonoro e costituisce fittizia soundtrack di un omonimo film (almeno nella mente dei Nostri). Innestate la prima e…have a nice trip.

Scritto da Fabio Plodari.

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