1942. Scartato alla leva ma desideroso di aiutare il proprio Paese in guerra, il gracile ma coraggioso Steve Rogers accetta di sottoporsi a un esperimento che lo trasforma in Captain America, il super soldato a stelle e strisce, e parte per l’Europa sulle tracce di un folle nazista che ha scoperto una nuova e inesauribile fonte di energia bellica.

Preceduto da una spasmodica attesa, l’adattamento cinematografico di uno dei più longevi supereroi della Marvel – creato settant’anni fa da Joe Simon e Jack Kirby – è anche uno dei più fedeli alla controparte disegnata. Merito, soprattutto, di una sceneggiatura semplice ma puntuale, che riproduce bene le principali caratteristiche del fumetto, ovvero il patriottismo umanista, il pudore dei sentimenti, la netta divisione fra buoni e cattivi, e ritrae il protagonista come un uomo profondamente giusto, generoso e determinato, umile ma naturalmente carismatico: esattamente il ruolo di punto di riferimento etico che Cap ha mantenuto, negli anni, all’interno dell’universo Marvel. Ciò non toglie che gli altri personaggi siano comunque gradevoli e ben caratterizzati, nella loro semplicità un po’ retro.

In sintonia con la vicenda, la regia del veterano Joe Johnston si mantiene sobria e discreta, senza virtuosismi né indugi sugli effetti speciali, con scene d’azione piuttosto contenute per un film del genere, preferendo valorizzare la ricostruzione d’epoca, davvero eccellente, e omaggiando dichiaratamente il cinema degli anni ’40, soprattutto nel rapporto del protagonista con la bella Peggy Carter, tutto basato sugli sguardi e sugli equivoci, e nell’ottima sequenza del musical propagandistico. In questo contesto, così profondamente classico, l’uso del 3D appare quasi pleonastico, ma per fortuna non danneggia l’insieme.

Riguardo agli attori, il biondo Chris Evans (già Torcia Umana nei due film sui Fantastici Quattro) si è rivelato in fondo una buona scelta, e sopperisce alla limitata espressività con una fisicità perfetta, risultando credibile sia prima che dopo l’esperimento. Gli fa da contraltare un istrionico Hugo Weaving, che infonde allo sfigurato e megalomane villain Johann Schmidt alias Teschio Rosso il suo innato carisma. Il resto del cast, comunque, è di ottimo livello, soprattutto i veterani Tommy Lee Jones e Stanley Tucci (rispettivamente il burbero generale Phillips e l’illuminato dottor Erskine) e la giovane, frizzante Hayley Atwell nel ruolo dell’incantevole Peggy Carter. Immancabile, come in ogni film Marvel, il cameo di Samuel L. Jackson come Nick Fury.

In sintesi, pur non possedendo la complessità di contenuti di X-Men – L’inizio, né la magniloquenza visiva di Thor, Captain America è da considerarsi un’opera gradevole ed emozionante, indirizzata soprattutto ai fan. Tuttavia, non si capisce perché, nell’edizione italiana, il nome del protagonista non sia stato tradotto, producendo un effetto ridicolo nei dialoghi. Occhio al corposo Easter Egg dopo i titoli di coda!

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