Si è conclusa sabato 23 a Gorizia la trentesima edizione del Premio Internazionale alla Migliore Sceneggiatura Sergio Amidei. Tra i film in concorso, proiettati, quando il tempo lo ha permesso, nella suggestiva cornice del parco Coronini-Cronberg, abbiamo visto Il discorso del re, Sorelle mai, Il ragazzo con la bicicletta, La solitudine dei numeri primi, Corpo Celeste (vincitore del Premio per la Miglior Opera Prima), e anche i discutibili Vento di primavera e Benvenuti al sud. Il riconoscimento è comunque meritatamente andato a Sylvain Chomet e al suo L’Illusionista.

L’Amidei è un festival particolarmente ospitale con i suoi accreditati: così, negli spazi del Palazzo del Cinema capita di fare due chiacchiere con Giuseppe Battiston (protagonista del primo lungometraggio del goriziano Matteo Oleotto, Zoran, il mio nipote scemo) o di bere un bicchiere in compagnia di Ettore Scola e Franco Giraldi, lucidissimi ottantenni cui l’Amidei ha dedicato due Eventi Speciali in occasione dei loro compleanni.

In tema di anniversari, nella sezione Amidei 30 abbiamo rivisto Sogni d’Oro di Nanni Moretti a trent’anni dalla sua uscita; abbiamo festeggiato i 150 anni d’Italia con film classici e storici (1860 di Blasetti, Viva l’Italia di Rossellini, Noi credevamo di Martone) ma anche con l’interessante sezione La scrittura Migrante, che ha raccolto i più significativi documentari, cortometraggi e lungometraggi a firma di giovani registi “stranieri”, legati però al nostro territorio nazionale.

La scia del ricordo di artisti sottovalutati o poco visibili unisce gli omaggi a Luciano Salce (con la proiezione del documentario L’uomo dalla bocca storta, girato dal figlio Emanuele Salce insieme ad Andrea Pergolari), al già citato Giraldi, a Corso Salani (scomparso prematuramente, gli è stato dedicato un commovente incontro).

Per tutta la durata del festival ci ha poi accompagnati la retrospettiva integrale di François Truffaut, a cui si sono affiancate le masterclass di approfondimento sulle molteplici relazioni tra il grande regista francese e il cinema (Truffaut-Godard, Truffaut e la musica, Truffaut critico).

Arrivederci all’anno prossimo, dunque, con questo piccolo festival che senza troppi orpelli mette davvero il cinema al centro dell’attenzione goriziana e fa dell’accoglienza un bel punto di forza.

Fonte: MYmovies

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