La moda è una forma di bruttezza così intollerabile che siamo costretti a cambiare ogni sei mesi.

Oscar Wilde

Tra i burattinai della bruttezza contemporanea c’è sicuramente Marc Jacobs; bello e dalla creatività travolgente, è, infatti, lo stilista più influente della sua generazione. Il regista Loic Prigent, sviluppando un’idea di Dominique Miceli (produttrice di programmi di moda), ha voluto far conoscere più da vicino questo designer molto estroverso nel documentario “Marc Jacobs & Louis Vuitton”.

Le telecamere sono entrate in luoghi top secret come i laboratori sartoriali del suo studio newyorkese, dove l’ambiente è giovane, allegro e riesce a mettere a proprio agio chiunque abbia la fortuna di accedervi. Di tutt’altra atmosfera, più seria e rigorosa, invece, sono gli studi francesi di Louis Vuitton di cui Jacobs è direttore artistico (un sodalizio firmato dal ’97).

I 75 minuti di riprese documentano fasi di preparazione e processi creativi che porteranno le sue realizzazioni sulle passerelle primavera/estate 2007. Il film è uno sguardo indiscreto che non si sofferma solo sulla creatività, ma anche sulle emozioni che l’artista sprigiona: ansie, frenesie, tensioni e soddisfazioni pre e post fashion show.

I contenuti extra e di cornice, inoltre, ci trascinano nel mondo vertiginoso di Marc. Diamo così una rapida sbirciatina ad un party newyorkese e partecipiamo ad una conferenza stampa a Tokyo, passeggiamo poi tra i corridoi di una mostra d’arte, scambiamo quattro chiacchiere con Sofia Coppola e infine stringiamo la mano alla famosa artista giapponese Yayoi Kusama; il tutto comodamente dal nostro divano di casa e il primo pensiero che faremo spegnendo la TV sarà: voglio essere Marc Jacobs, anche solo per un giorno.

Scritto da Federica Zangani.

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